NON CHIAMATELO CHEF, CHIAMATELO GABRIELE, IN ARTE CHEF RUBIO.

Scritto da Simona Luddeni. Stanza: Cucina, Salotto

Gabriele Rubini è un figo. Punkt. “Chef Rubio”, per il mondo, è un figo. Aripunkt.

Gabriele Rubini - Chef Rubio

Gabriele Rubini – Chef Rubio

E non è solo una questione estetica, quella è soggettiva, quest’omaccione baffuto e tatuato può piacere e può non piacere, ma quando ci parli ti rendi conto che quello che è veramente figo è ciò che ha dentro, e ciò che ha da dire.

Ad essere onesta, Chef Rubio l’ho scoperto da poco, ma è stato un colpo di fulmine.

Stavo giocando su internet e mi sono imbattuta in una sua  “non intervista” nel programma di Chiambretti, non ho la tv, non la amo, non la guardo, ma mi ha incuriosito quel ragazzone col baffo buffo.

Così ho iniziato a leggere su di lui tutto quello che potevo, ho scoperto “Unti e Bisunti” e sono diventata addicted 😀 

In pochissimo ho macinato tutto quello che trovavo su Youtube, di giorno, di notte… e vi assicuro che guardar mangiare Pajata alle 2 di notte non è sta grande idea  😀

Mio marito se ne usciva con “che guardi”?

“Niente, Gabriele”

(sapete benissimo che per noi donne “niente” è un intercalare che si usa a gettare proprio… cos’hai? Niente? A cosa stai pensando “a niente” (a no quello è degli uomini), cisono400eurodicartadicredito…ne sai qualcosa? “chi io? Niente!” e quindi ora potete usarlo anche come risposta a “che guardi?” “niente,Gabriele”)

“ah, mo’ pure per nome lo chiamiamo”

“Certo, dopo che lo vedi mangiare cervelli e intestini… come minimo lo chiami per nome! ”

Così ho deciso che nella casa nuova mi compro la Tv solo per guardare “Unti e Bisunti”, su Dmax (Dtt canale 52 | Tivùsat canale 28 | Sky 136-137). E per ora mi accontento dei video… dopo il 07 luglio, data in cui finisce questa seconda edizione, sarà una tragedia per me… mi potrete trovare negli angoli a dondolare su me stessa 🙁

Ce lo vedo già mio marito venire a chiedermi “ma cos’hai?”… e io con voce spezzata…. “niente, Gabriele”

Ma cos’è che rende speciale e soprattutto differente questo ragazzone?

Gabriele Rubini è più giovane di me, io ho 29 anni e 48 mesi ad Agosto (no… quel numero col 3 non si dice, si pensa, ma non si dice, fortuna che non vivo più in Italia, sennò sai le scenate dal dottore? “Dica 33” “ah bello, 33 lo dici a tu sorella… qui non penso facciano dire drei und dreizig :D)… lui è dell’83, io sputazzavo le pappette e lui nasceva.

Chissà perché,  io il piccolo Chef Rubio me lo immagino così 😀

Immagine tratta da Internet

Immagine tratta da Internet

In fondo di programmi culinari ce ne sono nmila… si moltiplicano come funghi e lanciano nuove mode come chiudere il forno col tacco 12 o lavarsi compulsivamente le mani… oppure fanno stragi di cuori con il nuovo modello del cuoco metrosexual… di quelli che non devono chiedere MAI! E tu manco a loro devi chiedere mai… soprattutto il conto!

E poi… c’è lui, Gabriele Rubini che viene pescato da Youtube per rompere le balle ai sopra(tralerighe)citati! E lo fa bene, benissimo!

In un’epoca di insalatine, carboidrati demonizzati, gente che ha paura di respirare per non ingurgitare calorie… si staglia LUI, quello che se non stai attento se magna pure a te… quello che secondo me, non conviene invitare a cena, se non prima di aver stipulato un mutuo in banca con causale: sfamare Chef Rubio 😀

Diciamoci la verità, n’é mica un pischelletto qualsiasi: si diploma nel 2010 all’ALMA (Scuola Italiana di Cucina Italiana) di Parma, come consulente passa nelle cucine del Paul Junior a Seul e a Roma al Chiostro del Bramante. Lavora anche al fianco dello chef stellato Alessandro Breda al Gellius di Oderzo.

Chiacchierarci è stato un piacere, nonostante la giovane età ha tanto da raccontare e salta da un argomento all’ altro senza nessun disagio, è veramente tanta sostanza.

…e forse è proprio questo che lo rende differente da tutti gli altri.

Al telefono abbiamo parlato di un po’ di tutto, ma quello che m’incuriosiva era la sua esperienza da expat, quella che in modo diverso condivido con lui.

Ha messo il muso fuori casa da giovanissimo, verso i 16 anni, come può essere accaduto  a molti di noi, (a me è successo a 15 anni in Inghilterra) le prime vacanze all’estero, magari nei paesi vicini… le prime volte che ci si affaccia su culture differenti senza nemmeno rendersene conto.

Gabriele racconta di un ragazzetto che non assimilava realmente l’esperienza dell’essere all’estero, e quando lo diceva mi rivedevo nelle sue parole… è vero, la giovane età ti fa affrontare le cose con maggiore naturalezza, non ti soffermi veramente su quello che ti sta capitando, lasci andare… solo col senno di poi ti rendi conto di cosa stavi vivendo.

E anche lui come me, ad un certo punto ha iniziato a mettere da parte i soldi e a viaggiare.

Ha girato il mondo: Europa, Argentina, Canada, Usa, Norvegia, Finlandia, Svezia, Regno Unito, Cina, Corea, Giappone, Turchia, Israele, Palestina, Libano, Nuova Zelanda, Australia, Isole Fiji e Sud Africa.

In Nuova Zelanda ci ha vissuto un anno e mezzo, giocando a Rugby (sua passione) e cucinando. In Canada di meno,  per problemi di visto ha dovuto  abbandonare La Buca di Toronto dove lavora il suo amico Andrew Clark.

Ma da tutti i luoghi che ha visitato si è portato via un pezzo di cultura, e lo senti quando parla, perché  ha vissuto tutto con i cinque sensi, sporcandosi le mani, camminando a piedi nudi e assaggiando… e riesce a trasmettertelo  e a fartelo vedere attraverso le sue parole.

…forse è anche questo che lo rende differente da tutti gli altri…

È italiano, è romano, ma è preciso come uno svizzero, lavora per raggiungere i suoi obiettivi e va avanti come un treno per la sua strada.

Parliamo di tutto, gli spiego perché sono via, mi racconta cosa ne pensa lui… gli chiedo come mai, dopo tutto questo viaggiare è rimasto in Italia e mi dice: sono andato via a 22 anni e sono tornato per dimostrare che se vuoi, puoi e nessuno può fermarti. E non è culo, non è caso… è avere forza di volontà, prefiggersi un obiettivo e lavorare per raggiungerlo.

Mi sono chiesta per un attimo se ci avessero separati alla nascita 😀

Mi fa l’esempio dell’impiegato “se tu sei contento del lavoro che fai, perché è quello che vuoi, io ti stimo”

“Se invece lo fai con rabbia, ti alzi ogni giorno lamentandoti, allora non stai vivendo”

È un po’ quello che cerco di trasmettervi col blog, se siete emigrati, e lo avete fatto perché lo volevate, è inutile continuare a menarla, lamentandovi di tutto… non è vita quella.

È uno che legge Gabriele, guarda film, ascolta musica, fa cene con amici… parliamo di un film che abbiamo visto entrambi : “Up in the air” (Tra le nuvole – 2009), è la storia di un “tagliatore di teste aziendali” sempre in viaggio. C’è una scena del film che mi è rimasta impressa e rivedo nelle sue parole.

Parlando di crescita personale, di persone, di rapporti, mi dice che lui viaggia nella sua vita con accanto persone che lottano, che vivono, che non si lamentano, che hanno un obiettivo e come lui lavorano per raggiungerlo. Gli altri sono zavorra.

Mi viene alla mente la scena del film sopracitato dove Ryan Bingham (interpretato da George Clooney) espone la sua teoria dello zaino: la vita come uno zaino, dove infiliamo tutto quello che ci circonda, amici, cose, case ecc… uno zaino pesante rallenta, non ci fa muovere, uno zaino leggero permette il movimento… e il movimento è vita!

Mi sono ri-chiesta se siamo stati separati alla nascita 😀

Gli chiedo se è mai stato in Germania, mi dice di sì, non nella mia zona, ma ha anche vissuto nei dintorni di Berlino, si è trovato bene e ha mangiato bene.

Gli dico che la vera patria dello Street Food è qui, tra Bretze, Stinchi, Frikadellen, Obadza e mondo Bier Garten… si troverebbe sicuramente a suo agio.

Secondo me ci starebbe benissimo un “Unto e Triunto” germanico con le signorine in Dirndl che gli girano attorno:D

Abbiamo una diapositiva delle signorine 😀

Immagine tratta da Internet

Immagine tratta da Internet

Oltre al programma, Gabriele  il 15 gennaio 2014  ha pubblicato il suo primo libro La Nuova dieta mediterranea’ (Gribaudo) scritto a quattro mani con la nutrizionista Stefania Ruggeri e con la supervisione e prefazione del professor Jeremiah Stamler, collega di  Ancel Keys, lo scienziato americano che  ha scoperto i principi della dieta mediterranea negli anni Settanta.

Il 10 aprile 2014 Gabriele Rubini è diventato eroe dei fumetti con ‘Chef Rubio: the Foodfighter’, graphic novel che l’editore di Star Comics, Giuseppe Di Bernardo, decide di pubblicare per la forza iconica del protagonista di ‘Unti e Bisunti’. Ne nasce una spy story a fumetti sul mondo della cucina, dove Chef Rubio è protagonista assoluto tra fornelli e colpi di scena scritti da Diego Cajelli e disegnati da Enza Fontana.

Chef Rubio: the foodfighter

Chef Rubio: the foodfighter

 

Insomma, tra un impegno e l’altro Chef Rubio ha trovato il tempo anche di chiacchierare con me, che dalla Germania mi diverto come una matta a guardarlo vivere il cibo e andare oltre a qualsiasi luogo comune.

ps: non gli piace essere chiamato Chef… preferisce Gabriele.

Forse è anche questo che lo rende differente da tutti gli altri.

Simona

 

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Commenti (7)

  • paola

    |

    Questo è ammore…..

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    • Simona Luddeni

      |

      uahahah ho lo stesso fervore per Beyoncé e Jennifer Lopez…si lo so, sono una bimbaminkia 😀 😀 😀

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  • Leonardo

    |

    Erano anni che non leggevo un blog così, sei proprio brava mi far tornare la voglia di scrivere.

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  • Barbara

    |

    davvero piacevole hai reso l’idea 🙂 alla perfezione, gran bell’articolo!

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